Description
Quattro allevatori titolari di un’azienda di 200 ettari in Sardegna seminano le foraggere su sodo. L’utilizzo di questa tecnica è stato motivato dal loro desiderio di risparmiare lavoro in pre-semina. Le lavorazioni estive (aratura, frangizollatura, semina e rullatura), seguite dalla semina a fine estate, sono state soppiantate dal diserbo col glifosate, dopo le prime piogge autunnali. Poi, viene seminato un miscuglio di avena (o loietto) e trifoglio squarroso (o veccia) con una seminatrice su sodo a dischi. Gli allevatori hanno affermato di avere realizzato altri vantaggi:
- La tempestività di semina, alle migliori condizioni di umidità del suolo;
- Uso di minori quantità di gasolio (al massimo, 15 l) e di sementi per ettaro;
- Aumento del contenuto relativo di acqua nel suolo (stima del +40%), utile nel periodo primaverile;
- Minore usura degli organi lavoranti della seminatrice;
- Suolo con maggiore portanza durante i periodi piovosi;
- Resa in foraggio per ettaro uguale o superiore alla semina tradizionale.
Tuttavia, il tasso di crescita delle piante è inferiore rispetto alla semina convenzionale, pertanto occorre pianificare accuratamente le semine nelle aziende che effettuano il pascolamento.
Per adottare con successo la semina su sodo, gli allevatori raccomandano informarsi in anticipo su quale sia il tipo di seminatrice più adatto al tipo di suolo aziendale (seminatrice a dischi o a denti), e di testare le specie e varietà più adatte. La gestione delle malerbe prima della semina è di fondamentale importanza per ottenere buoni risultati. Tuttavia, questo aspetto potrebbe assumere una rilevanza minore per le aziende nelle quali si attua il pascolamento, in quanto gli animali contribuiscono ad un ottimo controllo delle infestanti residue dopo diserbo.
